Bentornati lupi di mare! Oggi vi racconto della volta in cui le mie zampette hanno solcato il mare per arrivare all`isola del Giglio.
Ho viaggiato a bordo di una strana struttura galleggiante (traghetto, così mi hanno detto chiamarla gli umani).
Sono partito dal Camping Feniglia, sul monte Argentario, fino ad arrivare all` Isola del Giglio; un posto magico, profumato, ma non proprio pronto ad accogliere come si deve la magnificenza di noi Labrasotti.
Non è infatti rinomata per la presenza di spiagge veramente Dog Friendly, ma si fa perdonare con la sua bellezza e le particolarità della vita isolana.
La Partenza: verso l`isola del Giglio.
Siamo partiti dal camping Feniglia, un bellissimo campeggio Dog Friendly di cui vi parlerò sicuramente, in prima mattinata.
Uscire dalla tenda non è mai facile; anche perché ci sono voluti tantissimi abbai per convincere gli umani a provare a vivere in una tana. Non ho nessuna intenzione di rinunciarvi tanto facilmente. Spero che questa giornata sia davvero speciale come mi è stato promesso.
Abbiamo scelto di andare in auto fino a Porto Santo Stefano. L`umana biografa voleva approfittarne per fermarsi a fare qualche foto insieme lungo la costa.
Come darle torto, sono un Labrasotto così bello che merito di essere ritratto in ogni momento.
Non è servito molto tempo per arrivare a destinazione, in compenso ci sono voluti decenni, secoli, per trovare un posteggio.
Non che a me dispiaccia aspettare se posso stare comodamente seduto nel mio trasportino, lasciandomi travolgere dai profumi che mi parlano filtrando dal finestrino; ma il mio compagno al volante non sembrava avere vita facile come la mia.
Alla fine siamo riusciti a trovare un parcheggio giornaliero nascosto, poco distante dal porto. Qui una signora simpatica ci ha aiutato a fare delle manovre magiche per sfruttare al massimo lo spazio, e mi ha fatto le coccole.
Vi sconsigliamo di imbarcare la macchina, l`isola si gira benissimo a piedi e le vie sono molto trafficate e strette.
Il mio primo traghetto: da porto Santo Stefano all`isola del Giglio.
Una volta arrivati sul molo ho avuto modo di vedere tantissimi mezzi galleggianti; i miei occhi di Labrasotto restano sempre stupiti davanti all`ingegno che avete voi umani.
Siamo andati a prendere i biglietti nello shop di fronte al molo di attracco del nostro traghetto. Ci sono costati circa 30€ a testa, con un piccolo sovraprezzo per pelosi. Ovviamente possono essere anche comprati online, ma se non siete sicuri di quanto impiegherete per arrivare all`isola ve lo sconsigliamo.
Abbiamo dovuto aspettare poco per poter salire a bordo, e poi…la magia. Stavamo galleggiando sull`acqua!
Mi è piaciuto molto prendere il traghetto, i posti erano comodi e c`era posto sia al coperto che sul ponte. Ricordate però un cappellino perché potreste restare molto tempo al sole; sarà quindi opportuno pensare anche all`acqua per noi pelosi e ricordarsi di scegliere un posto che abbia almeno una parte di ombra per noi.
Abbiamo navigato per circa un`ora, tempo in cui ne ho approfittato per dormire e cercare di vedere gli animali che abitavano nell`oceano.
Non sono però riuscito a conoscerli, peccato.
Approdo all`isola del giglio.
Dopo qualche minuto dall`approdo siamo potuti scendere dal traghetto e abbiamo potuto posare le zampe sulla terra ferma.
Si sbarca nel cuore dell`isola, la cui costa è disseminata di locali e negozi di vario genere.
Il profumo che si respira è quello fresco del mare, unito alle prelibatezze cucinate dai vari locali sul lungomare.
Io e i miei umani però sapevamo esattamente cosa volevamo: trovare una spiaggia in cui rilassarci e goderci il mare cristallino.
Alla ricerca della spiaggia perfetta.
La regolamentazione rivolta ai cani e Labrasotti è molto stringente sull`isola del Giglio.
Non possiamo accedere al mare dai lidi e dalle spiagge libere (nemmeno da quelle che ci permettono di stare sotto l`ombrellone); ma ci è permesso tuffarci in acqua da tutte quelle calette e scogli che solitamente non sono indicati per la balneazione di voi umani.
Questa particolarità non si è rivelata un problema perché ci ha permesso di esplorare a fondo l`isola.
Tra le tante calette nascoste noi abbiamo scelto la cala dello smeraldo, poco prima della spiaggia delle cannelle.
Come potete vedere dall`immagine la strada per scendere non è molta, però sappiate che sarà in pendenza e assolata.
La fatica che farete voi umani sarà però
ben ripagata, l`acqua che vi troverete davanti sarà cristallina e potrete prendere il sole e accomodarvi su grandi scogli, adatti anche a costruire ripari improvvisati con legni trasportati dalla corrente ed asciugamani.
Siamo rimasti qualche ora a rilassarci sulla riva. Non c`erano moltissimi cani, abbiamo quindi potuto mantenere ognuno il proprio territorio e bearci anche noi della salsedine e del rumore delle onde.
La caletta del Saraceno.
Risaliti sulla strada principale ci sentivamo ancora pieni di energia. Ci siamo così incamminati di nuovo alla volta del paese, curiosi di esplorarne i vicoletti.
Lo dico sempre agli umani che sono quelli che hanno le cose migliori da raccontare, pieni di storie , di vita e di profumi nuovi. Ci sono anche tante bricioline di cibo che i cuccioli d`uomo lasciano sempre cadere.
Fortunatamente il mio compagno di avventure preferito condivide la mia passione per i luoghi civilizzati, non come l`umana che vorrebbe stare sempre dispesa nella natura.
Dopo esserci lasciati stupire da tutti i piccoli scorci, e dopo aver guardato i miei umani mangiare delle cose che sembravano buonissime; (e che ben si son guardati di condividere con me, vorrei sottolineare con disappunto) ci siamo imbattuti nella caletta del Saraceno.
Siamo stati molto fortunati perché quando siamo arrivati ormai il pomeriggio era ormai inoltrato.
I turisti erano pochi, e l`ombra mi ha permesso di restare al fresco a godermi il momento; osservando il paesaggio e riflettendo su quanto potesse essere bella una vita finalmente libera come quella che stavo vivendo.
Stavo così bene perso tra i miei pensieri, quando mi sono accorto di dover intervenire ancora una volta a separare gli umani; ispirati dalle onde, stavano chiacchierando beati sul futuro come se io non avessi bisogno della loro costante attenzione. E pensare che io mi faccio in quattro per fargli notare tutte le cose che i loro nasi poco evoluti si perdono costantemente. Pazzesco.
Il ritorno al campeggio.
Abbiamo finito il nostro pomeriggio restando pigramente sdraiati al sole su quegli scogli.
L`isola aveva ancora tanti segreti da offrire, ma noi volevamo goderci il nostro tempo, sospesi in quel momento magico e cullati dalle onde.
L`isola del Giglio ci è piaciuta veramente tanto. La zona è molto verde e ci sono diversi sentieri molto belli che noi non abbiamo avuto tempo di esplorare. Consigliamo di percorrerli a chi avesse più tempo (o zampe più veloci).
Abbiamo concluso la nostra giornata risalendo sul mio amato traghetto e lasciando al vento che mi accarezzava il pelo la promessa che saremmo ritornati, un domani, a scoprire ciò che avevamo lasciato indietro.
Devo dire che lasciare la tenda questa mattina, comunque, non è stata una cattiva idea.
Vi aspetto sul blog per vivere insieme altre magiche avventure.
A presto
Il Labrasotto (oggi marinaio)